LAVORO FOTOGRAFICO REALIZZATO DALLA ONLUS BASILICATA MOZAMBICO, LO SGUARDO DEGLI INVISIBILI / EMOZIONI IN PAROLE È IL FRUTTO DEI LABORATORI DI FOTOGRAFIA E COMUNICAZIONE INTITOLATI “A MUNDZUKU KA HINA”, CHE IN LINGUA SHANGAN SIGNIFICA “IL NOSTRO FUTURO”. TENUTI DALL’ARCHITETTO ROBERTO GALANTE NEL BAIRRO DI HULENE, CON LE RAGAZZE E I RAGAZZI CHE VIVONO E LAVORANO NEL BAIRRO CHIAMATO “IL QUARTIERE DELLA DISCARICA”, LA LIXIERA, A MAPUTO – MOZAMBICO.
La mostra vuole proporre 20 fotografie a colori, di grande formato, scattate dalle ragazze e dagli allievi del laboratorio A Mundzuku Ka Hina, che raccontano in modo poetico e allo stesso tempo duro/crudo la vita della e nella discarica, e interpretano attraverso la fotografia frammenti della propria quotidianità, una sorta di paradigma degli esclusi sulla propria condizione d’essere, sul proprio mondo, sulla propria vita, sulla propria anima.
Fotografie fatte da occhi con sguardi sensibili che partono dall’interno ed interpretano attraverso la creatività una propria condizione di vita, un proprio mondo interiore, una propria spiritualità.
Il principio che ha animato il lavoro fotografico è stato quello di restituire gli strumenti e le competenze agli invisibili, a coloro che non hanno voce e strumenti per esprimere il proprio sentire affinché, attraverso le immagini e la parola, potessero elaborare un proprio originale linguaggio narrativo, esprimendo la propria autonoma visione sul proprio mondo, anche dal punto di vista formale ed estetico.
20 fotografie per far ascoltare la propria voce, per affrancarsi da quella sorta di colonialismo culturale, funzionale all’industria della cultura, che li vorrebbe e preferirebbe veder narrati secondo stereotipi accomodanti, piuttosto che come architetti della narrazione.
I GRUPPI FOTOGRAFICI
20 fotografie a colori di grande formato suddivise in 4 gruppi
La vita in fumo – Il popolo della discarica
Gli allievi del laboratorio interpretano, attraverso la fotografia, frammenti della propria quotidianità. È qui rappresentato il mondo esterno dei nostri allievi, la discarica, fonte di lavoro e di vita, di sudore e di fatica. Un mondo che nella sua rappresentazione estetica, con i suoi colori smorti e putrescenti, l’agonia degli oggetti edei viventi, il cortocircuito visuale tra rifiuto materiale e rifiuto umano, immanente mimetismo esistenziale, lo scavare senza sosta oltre la fine della fine, la nausea che ci blocca lo stomaco, ci rimanda istintivamente ad un idea di sofferenza, di fine vita. Limite ultimo, nei valori cromatici dellasopravvivenza, oltre il quale l’inenarrabile.
• Il popolo della discarica. Ritratti in sospensione del popolo della discarica. Ritratti ricondotti all’essenziale, scarnificati di ogni inutile orpello, in una sorta di non luogo e non spazio.
• La vita in fumo. La vita della discarica osservata attraverso il fumo, un filtro ambientale costante tra l’uomo ed il mondo esterno, tra l’uomo e la propria anima. In una sorta di empatia della sopravvivenza con mezzi limitati, abbiamo utilizzato il fumo come filtro fotografico o sfondo per le nostre foto.
Emoçao/Emozioni – Legàmi/lègami
Il mondo interiore, la creatività. Anche lì dove la morte, le privazioni e la so_erenza sono presenze quotidiane inderogabili, l’uomo ritrova comunque l’esigenza di sentirsi vivo e di esprimere ed a_ermare la propria vitalità, la propria creatività, il proprio diritto ad essere uomo.
• Emoçao /Emozioni
“Quest’anno abbiamo cominciato il nostro percorso formativo partendo dalle emozioni, quelle più intime ed intense sedimentate o talvolta nascoste nel profondo della nostra anima. Ci siamo inoltrati lungo i sentieri del nostro non tempo e non spazio, lì dove possiamo incontrare la nostra essenza, l’origine delle nostre emozioni. Quell’ambito onirico, talvolta traumatico nella drammaticità del dolore, altre luminoso nell’intensità della gioia. Le abbiamo rivissute nella loro intensità per come hanno attraversato il nostro corpo e la nostra anima. Quindi il tentativo di restituirle attraverso la parola, tre immagini in poesia. Il passo successivo, trasformare le immagini delle poesie in immagini fotografiche.
• Legàmi /lègami
Talvolta i nostri legami affettivi, le nostre emozioni, diventano delle prigioni
ASSOCIAZIONE ONLUS BASILICATA MOZAMBICO
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Il MASI Lugano ospita la prima mostra interamente dedicata da un’istituzione museale al fotografo Eugenio Schmidhauser, attraverso una selezione di circa novanta fotografie. L’esposizione, intitolata Eugenio Schmidhauser. Oltre il Malcantone, si tiene presso la sede di Palazzo Reali e rappresenta un’importante occasione per riscoprire un artista che ha contribuito significativamente all’immaginario visivo della Svizzera.
Miart, la prestigiosa fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano, torna con la sua 29ª edizione dal 4 al 6 aprile 2025 presso Allianz MiCo. Con 179 gallerie provenienti da 31 paesi e 5 continenti, Miart 2025 si conferma un evento centrale per il panorama artistico internazionale, con un’attenzione particolare alla fotografia contemporanea.
Ogni scatto racconta una storia, ogni immagine è un pezzo di cultura. Con Rumore di Fondo, la mia live su YouTube, ogni domenica alle ore 18 entriamo nel cuore della fotografia contemporanea, esplorando autori, progetti e visioni che stanno cambiando il nostro modo di vedere il mondo.